Un tradizione che anticipava di secoli l'attuale modello di produzione culturale e musicale scandita da un calendario programmato, grazie anche ai numerosi teatri presenti in città.
Se Venezia è considerata a tutt'oggi uno dei più prestigiosi e noti centri di sopravvivenza della musica classica, ciò è dovuto alla sua indiscutibile fama di capitale culturale (e musicale) che ebbe nel passato.
L'ascesa culturale della Serenissima iniziò contemporaneamente al suo declino di potenza commerciale nel XVIII secolo, quando, persa l'egemonia politica ( e commerciale) nel Mediterraneo, i patrizi ed i ricchi commercianti veneziani sostarono il loro interesse dal commercio manifatturiero verso l'arte e la cultura. La pittura, la drammaturgia, la musica acquisiscono uno stile propriamente Veneziano che, esportato in tutta Europa, diviene di moda tanto da far diventare Venezia una delle tappe fondamentali del così detto Grand tour.
All'epoca, in Europa, la produzione e riproduzione musicale era legata per lo più ai salotti dei ricchi patrizi o all'ambito sacro. Sebbene i teatri già esistessero, la loro attività era legata al calendario liturgico mentre le Accademie musicali, legate ai salotti dei ricchi (chiamati anche casini o ridotti), e le celebrazioni liturgiche rappresentavano l'unica occasione per ascoltare (e comporre) nuova musica tutto l'anno. Venezia tuttavia, fra il XVII e XIX secolo acquisisce un ruolo musicalmente predominante essendo la città più ricca di teatri (finanziati dalle famiglie patrizie) e la prima ad aprire le sale anche a borghesi ed artigiani purché paganti un biglietto d'ingresso. Per questa vivacità, compositori e giovani musicisti da tutt'Europa giungevano a Venezia per perfezionare la propria tecnica (Mozart stesso vi soggiornò nel 1771).
Fra i grandi nomi che animarono quest'epoca di splendore un tributo va senza dubbio a Adriano Willaert (considerato il fondatore della composizione polifonica profana in Italia portando il madrigale alla sua perfezione cinquecentesca), i fratelli Andrea e Giovanni Gabrieli (la loro fastosa polifonia può esser considerata l'equivalente in musica delle opere del Veronse e del Tiziano nell'arte figurativa), Claudio Monteverdi (che portò a compimento la forma e la struttura dell'opera come la conosciamo ancora oggi), Giovanni Legrenzi (prolifico compositore di muscia sinfonica ed operistica, fu il primo a distinguere la sonata da chiesa e dalla sonata da camera), Giuseppe Tartini ( eccellente violinista, le sue opere sono note per le difficoltà d'esecuzione oltre che per la bellezza dell'ascolto), Tommaso Albinoni (raggiunse notorietà in tutt'Europa per le sue composizioni cameristiche) e Baldassarre Galuppi (clavicembalista, organista ma soprattutto prolifico compositore).
Antonio Vivaldi è certamente la figura emblematica di quest'epoca avendo portato a compimento la struttura della forma "concerto". Le sue conposizioni hanno influenzato un'epoca ed hanno goduto di grande success, quando ancora il prete rosso era in vita. Bach stesso iniziò la sua carriera rimaneggiando concerti di Vivaldi.
Venezia, inoltre, a partire dal XVII secolo fu un centro d'eccellenza nella produzione di strumenti ad arco al pari di Cremona grazie a maestri liutai come Mateo Goffriller, Santo Serafini, Pietro Guarbieri e Carlo Torloni.